lunedì 24 ottobre 2016

Step 5: il Blu Ceruleo nella musica

Nei post precedenti abbiamo già detto che il blu ceruleo è il colore del cielo e viene ripreso in molte canzoni, anche se solitamente descritto soltanto come blu.


La più conosciuta è sicuramente Volare di Domenico Modugno, scritta nel 1958 e spesso confusa con il titolo Nel blu dipinto di blu. Ecco il testo originale della famosa canzone che ha fatto emozionare per 50 anni milioni di italiani:


Penso che un sogno così 


non ritorni mai più, 

mi dipingevo le mani 

e la faccia di blu, 

poi d'improvviso venivo 

dal vento rapito, 

e incominciavo a volare 
nel cielo infinito. 

Volare oh oh 
cantare oh oh oh, 
nel blu dipinto di blu, 
felice di stare lassù, 
e volavo volavo 
felice più in alto del sole 
ed ancora più sù, 
mentre il mondo 
pian piano spariva lontano 
laggiù, 
una musica dolce suonava 
soltanto per me. 

Volare oh oh 
cantare oh oh oh 
nel blu dipinto di blu 
felice di stare lassù. 

Ma tutti i sogni 
nell'alba svaniscon perchè, 
quando tramonta la luna 
li porta con se, 
ma io continuo a sognare 
negl'occhi tuoi belli, 
che sono blu come un cielo 
trapunto di stelle. 

Volare oh oh 
cantare oh oh oh, 
nel blu degl'occhi tuoi blu, 
felice di stare qua giù, 
e continuo a volare felice 
più in alto del sole 
ed ancora più su, 
mentre il mondo 
pian piano scompare 
negl'occhi tuoi blu, 
la tua voce è una musica 
dolce che suona per me. 

Volare oh oh 
cantare oh oh oh 
nel blu degl'occhi tuoi blu, 
felice di stare qua giù, 
nel blu degl'occhi tuoi blu, 
felice di stare qua giù 
con te.


Il video originale è possibile trovarlo su youtube al link: https://www.youtube.com/watch?v=t4IjJav7xbg

Altra canzone dal sound leggero in cui vi sono riferimenti al blu del cielo è Blue Skies di Jamiroquai, presentata in occasione del lancio del nuovo album del cantante britannico:


So these are the figurines
acting out all the scenes before my eyes
I thought I knew them all by name
But they started looking much the same
And it’s no surprise
But I don’t wanna listen
Too much
How can I give up on all the days I know I’ve won
There’s nothing but rainbows
I believe in the shadows
now honey
Thought I might Be dropping out
But now i am gonna work it out
I am gonna work with me
I am Runnin’ like it …looser
Then I’m Rolling Like sea Rusty Ship On A Stormy Sea
You know that people are saying
strange things
Talk to the hand ’cause i know you think the face is gone
I don’t wanna listen
Too much
I’m not gonna give up on all the days I know I’ve won
There’s nothing but blue sky
There’s nothing but blue sky
Nothings gonna stop me now
I am skimming like a skipping stone on a silver lake
I take it when the chips are down
But to play the perfect happy clown
You gotta make a mistake (gotta make mistakes)
People are saying
Strange things
And I don’t wanna listen (I don’t wanna listen)
Too much yeah
Nothing but blue sky
Blue Sky
How can I tell you I Know this wont Be the last Song
i don’t wanna listen (I don’t wanna listen)
too much
Not gonna give up on the days I know I’ve won
That’s where I am going
’cause there is nothing nothing but blue sky
That’s where I am going
Nothing but
Rainbows falling down on me …uh yeah hey


Nothing but blue sky
Can’t you see
That’s where I am going
Got to believe me
That’s where I am going

Traduzione e video della canzone al link: http://www.musickr.it/testi/blue-skies-jamiroquai/

Infine non poteva mancare il nuovo singlo Blu di Malika Ayane, tratto dall'album di inediti Naif. Il brano "è un vero e proprio inno all'estate con sonorità e ritmi caraibici. Il testo, scritto dalla stessa Malika insieme a Pacifico, è un'esortazione al cambiamento, a cogliere l'attimo, cambiare prospettiva anche a costo di dover 'girare il mondo a testa in giù'.

Ora so 
non è tutto davanti a me 
ci son cose che non vorrei 
come il freddo, il supermarket 
ma se non puoi fare a meno vai 
che resistere tanto è inutile 
quanto un salvagente in volo


Non so come mai 
facci caso


La terra dall'alto è blu 
ma quello che vedi tu 
è solo un abisso blu 
e se non ti piace più 
puoi girare il mondo a testa in giù


Si potrebbe ruotare una spiaggia per 
guadagnare più tempo e 
trasformar la sabbia in neve 
prendere il bello che è intorno a noi 
come fa quel pirata che 
si è messo una stella in volto


Non so come mai 
facci caso


La terra dall'alto è blu 
ma quello che vedi tu 
è solo un abisso blu 
e se non ti piace più


Verrà anche a spaventarti 
la tua curiosità 
è bello complicarsi 
oltre il bianco il nero


Non so come mai 
facci caso


La terra dall'alto è blu 
ma quello che vedi tu 
è solo un abisso blu 
e se non ti piace più 
blu 
ma quello che vedi tu 
è solo un abisso blu 
e se non ti piace più 
puoi girare il mondo a testa in giù

Il video del nuovo singolo lo si può vedere al link:

martedì 18 ottobre 2016

Step 4: Il Blu Ceruleo nella mitologia

Si sa, il blu è il colore del cielo, quindi per le civiltà antiche era il colore del luogo nel quale risiedevano le divinità; rappresentava quindi la pace, la ragione sovrumana, qualità che erano separate da quelle della terra.

Risultati immagini per dea nut
La dea del cielo Nut
Per gli antichi Egizi, infatti, Nut (o Nuit) era la dea del cielo e della nascita, figlia di Shu, dio dell'aria, e Tefnut, dea dell'umidità. La leggenda narra che Nut (il cielo) e suo marito Geb (la terra) erano in origine uniti, fino a quando il dio Ra, contrariato per questa unione, ordinò a Shu di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra. Così Nut formò la volta celeste e, originariamente fu considerata sostenuta la dea del cielo diurno, ma più tardi rappresentò il cielo in generale. Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all'alba. Nello stesso modo, Nut divorava e faceva rinascere le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla resurrezzione. Come tale si trova spesso raffigurata all'interno dei sarcofaghi, i quali spesso presentano decorazioni di colore blu-azzurro. 
Nell'iconografia la volta celeste è rappresentata da Nut, solitamente raffigurata come una donna nuda, ricoperta di stelle, con le mani ed i piedi a terra, inarcata su Geb, dal quale è tenuta lontana da Shu, che la sostiene. I dipinti la raffigurano con un vaso d'acqua sulla testa, presente nel geroglifico del suo nome. A volte si presenta nella forma di una vacca, il cui grande corpo forma il cielo, di un albero di sicomoro, o come una grande scrofa mentre divora i suoi piccoli, che simboleggiano le stelle.La sua pelle è, solitamente, blu perché questo colore simboleggia la vita e la rinascita; le ali, talvolta raffigurate, rappresentano la protezione lungo il viatico della morte; le stelle che ricoprono il suo corpo rafforzano l'immagine del cielo e simboleggiano le anime dei morti. Quando la sua pelle è giallastra, vuol dire che è stato evidenziato il suo aspetto di essere immortale, di dea Madre da cui tutti hanno origine. La sua posizione inarcata esemplifica il suo potere nel cielo e sugli oggetti celesti.

AVATAR KRISHNAIl colore blu lo possiamo ritrovare anche nella mitologia induista dell'Avatārasostantivo maschile della lingua sanscrita per indicare la discesa sulla terra della divinità avente lo scopo di ristabilire o tutelare il Dharma (la “Legge cosmica” o “Religione”).
In particolare, l'ottava manifestazione, Krishna, considerato come l’avatar per eccellenza, viene descritto con il colorito della pelle simile al colore delle nuvole cariche di pioggia, ed è per questo che egli è spesso rappresentato nei quadri col volto e la pelle blu, blu scuro se non addirittura nera. Da questo deriva uno dei suoi epiteti, Ganashyama, che letteralmente significa appunto "dalla pelle del colore delle nubi cariche di pioggia".


Krishna, era il principe della famiglia reale di Mathura, l'ottavo figlio di Devaki e Vasudeva: il sovrano di Mathura, Kamsa, udita la predizione che avrebbe ricevuto la morte per mano di un figlio della cugina Devaki, faceva uccidere sistematicamente i figli della donna. Krishna venne scambiato con un altro neonato e riuscì a scampare alla morte, venendo affidato di nascosto al pastore Nanda e a sua moglie Yashoda. Saputa la notizia della presenza del bimbo Krishna nel villaggio di Vrindavana il sovrano per ucciderlo, inviò un demone, che assunse le sembianze di una bellissima donna la quale, visitando le giovani madri, chiedeva di poter tenere in braccio i piccoli e allattarli al proprio seno. In realtà, essendo il latte avvelenato, tutti i neonati morivano dopo essere stati allattati. Ma quando giunse presso la dimora di Krishna, una volta presolo in grembo e iniziato ad allattarlo, egli, immune al veleno, cominciò a succhiare tanto avidamente dal seno della donna da provocarne la morte; una volta morta, la donna riprese le sue vere sembianze di demone, svelando così il complotto.
Così Krishna trascorse l'infanzia, tra i pastori, e le loro mogli e figlie, da queste vezzeggiato prima e amato poi.
Durante la sanguinosa battaglia di Kurukshetra, Krishna prese le parti dei virtuosi principi Pandava contro i loro cugini usurpatori del regno e li portò alla vittoria infondendo forza e coraggio nei guerrieri.
Dopo l'autodistruzione della sua stirpe, attuatasi per mezzo di una feroce guerra interna, Krishna si ritirò nella foresta dove fu raggiunto da una freccia al calcagno, unico suo punto vulnerabile. Lasciò il corpo e riacquistò la sua forma divina. La morte fisica di Krishna, avvenuta nell'anno 3102 a.C. segna per gli induisti la fine della terza era del mondo, e l'inizio dell'era attuale.


Nella cultura giapponese, al contrario, il blu non è usato per rappresentare una figura ultraterrena, ma dei demoni giganti e mostruosi, con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna che crescono dalla loro testa. Si tratta di creature fondamentalmente umanoidi, ma occasionalmente sono ritratti con caratteristiche innaturali, come molti occhi o dita delle mani e dei piedi extra. La loro pelle può essere di colori diversi, ma quelli più comuni sono il rosso e il blu. Il loro aspetto feroce viene spesso accentuato di loro vestiti di  pelle di tigre e dalla mazza ferrata da loro favorita, detta kanabō . Questo modo di immaginarli ha generato l'espressione oni con la mazza ferrata, cioè "invincibile" o "imbattibile". Può anche essere usata nel senso di "forte oltre i forti" o in quello di migliorare o incrementare le proprie capacità naturali mediante l'uso di un attrezzo.

La versione corrente di un oni sembra basarsi su due versioni del mito: uno è quando il concetto di forme amorfe come i fantasmi fu confuso con i miti più chiaramente definiti di creature bestiali nel buddismo legate alla tradizione, dovel’aka-oni (l’oni rosso) e l’ ao-oni (l’oni blu) tormentano i peccatori; l’altra origine sviluppatasi dalla convinzione è che un bue e una tigre arrivarono da nord-est, dalla porta dei demoni da cui proviene tutto il male del mondo.

Gli Oni ora svolgono un ruolo importante nella primavera giapponese e nella festa d’ inizio anno, il Setsubun. In essa, le persone indossano maschere da orchi (da oni) e sono simbolicamente cacciati, in rappresentanza dei guai e dei danni che si devono cacciare via per la buona riuscita dell’ anno entrante.

I celebranti ritualmente gettano semi di soia fuori dalle finestre e dicono qualche verso in forma di incantesimo che significa “demoni fuori, felicità dentro”, perché la soia spaventa gli Oni e li lascia fuori dalla casa. L’ immagine terribile degli Oni sembra essersi ammorbidita nella vita giapponese moderna, e le immagini dei demoni ora funzionano quasi solo come intrattenimento, il cui volto ringhioso spaventa le persone che entrano nell’ l’edificio con cattive intenzioni. I tetti sono ancora contrassegnati con l’ onigawara, tegole che hanno visi di oni su di esse per proteggere la casa dalla sfortuna. La gente vestita con costumi Oni fa delle vere e proprie sfilate per allontanare in questo modo la sfortuna.

lunedì 17 ottobre 2016

Step 3: I codici colore del Blu Ceruleo

Ogni colore ha nomi diversi a seconda del catalogo a cui può fare riferimento. Per questo motivo esistono vari codici per poter identificare la stessa tonalità di colore anche se viene presentato con termini differenti.
Ecco una rassegna di alcuni codici colore del blu ceruleo.


Nel modello di colori RGB è composto di 16.47% rosso, 32.16% verde e 74.51% blu. 

Nel sistema di colori HSL ha una tonalità di 223.78 gradi, 63.79% di saturazione e chiarezza del 45.49%. 

Nelle coordinate CMYK  è composto di 87% di ciano, 74% di magenta, 0% di giallo e 0% di nero.


Altri codici:
HEX:  #2A52BE.
Pantone: Solid Coated 2149 C
RAL: 5015
HSL: 200, 66, 40
HSB: 200, 79, 67
Dulux Color Wall: A338 (Wing Commander)


lunedì 10 ottobre 2016

Step 2: Traduzione del nome Blu Ceruleo

Ecco la traduzione di "blu ceruleo" in alcune delle diverse lingue del mondo:

Cerulean blue (inglese)

Bleu céruléen (francese)
Tamnoplave boje plava (croato)
Cerulean blå (danese)
Asul (filippino)
Cerulean sininen (finlandese)
Azul cerúleo (galiziano)
Glas cerulean (gallese)
セルリアンブルー Serurianburū” (giapponese)
γαλάζια galázia” (greco)
Pauling ble (haitiano)
Cerulean uliuli (hawaiano)
आसमानी नीला aasamaanee neela” (hindi)
Biru berwarna biru langit (indonesiano)
Gorm cerulean (irlandese)
Cerulean blár (islandese)
Caeruleae hyacintho (latino)
Cerulean blue (lettone)
Cerulean mėlyna (lituano)
Cerulean сина cerulean sina” (macedone)
Biru berwarna biru (malese)
Cerulean blu (maltese)
Puru cerulean (maori)
Cerulean хөх cerulean khökh” (mongolo)
Cerulean blue (norvegese)
Ceruleumblauw (olandese)
Modry (polacco)
Azul cerúleo (portoghese)
Albastru ceruleum (rumeno)
небесно-синий nebesno-siniy” (russo)
Креолијан плава Kreolijan plava” (serbo)
Cerulean zvitema (shona)
Blankytne modrá (slovacco)
Buluug cerulean (somalo)
Azul cerúleo (spagnolo)
Cerulean blå (svedese)
Cölinblau (tedesco)
Cerulean mavi (turco)
небесно-синій nebesno-syniy” (ucraino)
Égszínkék kék (ungherese)


Màu xanh thiên thanh (vietnamita)

Step 1: Definizione di Blu Ceruleo

Il termine "blu ceruleo" venne utilizzato per la prima volta nel 1950 per indicare una particolare tonalità di blu, che varia dal blu profondo all'azzurro, passando per alcune tonalità di verde. 

Esso, infatti, è utilizzato per indicare quegli occhi che presentano un colore azzurro con una leggera tonalità di verde.

In campo artistico viene definito come un pigmento azzurro chiaro (anche detto celina) che si prepara per calcinazione ad alta temperatura di un miscuglio di ossido di stagno, di ossido di cobalto, di solfato di calcio e di silice.


Secondo gli studiosi, la parola deriva dal latino, in particolare dall'aggettivo caeruleus, ovvero "blu scuro, blu o blu verde", che a sua volta deriva da caelulum, diminutivo di caelum ("paradiso", "cielo").

Quindi attenzione a come definirete da adesso il colore del cielo! Non dovremo più utilizzare l'espressione  "Che bel cielo azzurro!", ma "Che bel cielo blu ceruleo!".